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Oggi la radiofrequenza del trigemino si effettua in modalità pulsata, non lesiva, ad alta energia e massima efficacia.
La nevralgia del nervo trigemino rappresenta una condizione estremamente debilitante. La radiofrequenza del trigemino ha cambiato la storia clinica di questi pazienti.
Il dolore può interessare una, due o tutte e tre le branche del nervo ma quasi mai si presenta bilaterale. Spesso viene descritto come intermittente, severo, una sensazione di corrente elettrica scatenata da ogni tipo di stimolo, anche da quelli più banali: basta un soffio di aria calda o fredda, masticare, bere un bicchiere d’acqua, sfiorare il cuscino mentre si dorme, una carezza del volto, cercare di farsi la barba oppure può nascere spontaneamente. Nella nevralgia essenziale del trigemino non risultano nella storia del paziente interventi neurochirurgici o traumi facciali gravi.
Terapia farmacologica della nevralgia del Trigemino
I farmaci che hanno mostrato una concreta utilità in questa patologia sono veramente pochi. I più efficaci risultano essere il Tegretol (cambamazepina) e il Tolep (oxcarbamazepina), parente stretto uno dell’altro, sostanze che agiscono a livello del nostro encefalo. Riducono la frequenze e la intensità delle crisi, pur non essendo antidolorifici.
Tra i farmaci antidolorifici puri, solo il tramadolo (Contramal) ha dimostrato una qualche utilità. E’ stato introdotto in commercio come un “oppioide debole”. Ma “debole” e “forte” si riferisce sul legame con il suo recettore, non sulla sua effiacia clinica. E’una parola insomma che interessa solo i farmacologi. A maggior ragione nel caso dei dolori neuropatici: si pensa che il beneficio non derivi affatto dal legame del tramadolo con il reecettore degli oppioidi, ma dalla sua azione su altri meccanismi cerebrali, come sulla cosiddetta “via serotoninergica”. Si tratta di un neurotrasmettitore cerebrale, la serotonina, stimolata anche dagli antidepressivi più utilizzati.
I trattamenti delle forme resistenti: radiofrequenza del trigemino
Esistono due principali trattamenti della nevralgia trigeminale refrattaria ai farmaci: la decompressione microvascolare e la radiofrequenza trigeminale. La decompressione si effettua solitamente quando (come dice il termine stesso) esiste una compressione da parte di una arteria del ganglio di Gasser, dove il nervo trigemino nasce. Questo intervento necessità di uno stato di salute adeguato e prevede la craniotomia, un intervento chirurgico impegnativo.
la radiofrequenza del trigemino invece si propone come l’alternativa poco invasiva. Di solito viene eseguita in ricovero giornaliero (day-surgery) e lo scopo è quello di “stordire” le radici dolenti del nervo. Sono pochissimi i pazienti che non possono essere sottoposti a questa procedura.
Con la radiofrequenza cerchiamo di interrompere la propagazione dello stimolo doloroso lungo il nervo. Quando correttamente eseguita è efficace in più del 95% dei casi e la durata del beneficio è di diversi anni. Se nel frattempo la nevralgia “guarisce”, il beneficio sarà eterno. Ideale per la nevralgia trigeminale associata a sclerosi multipla, viene applicata anche a chi non vuole o non può affrontare la craniotomia o nel dolore che si ripresenta dopo altri trattamenti.
Come si esegue la rizotomia con radiofrequenza
Prima della procedura si studia l’anatomia del paziente con una TAC e una radiografia del cranio. Viene indotta una sedazione profonda o una breve narcosi del paziente. Solo dopo si effettua una minima incisione sulla guancia e la sonda della radiofrequenza si avanza fino al forame ovale. La stimolazione attraverso la sonda ci permette di accertare il coretto posizionamento sulle diramazioni più dolorose. Ottenuta questa conferma si procede con il paziente profondamente addormentato alla lesione parziale delle branche del trigemino. Lo scopo è quello di ottenere un’area di ridotta sensibilità bloccando in questo modo anche il dolore.
I rischi di questa procedura sono l’eccessiva e permanente anestesia del volto, l’incompleto controllo del dolore del trigemino e l’ematoma che si riassorbe nel giro di qualche giorno o settimana. Complicanze più gravi sono rare. La procedura è ripetibile quando necessario.
Conclusioni:
La radiofrequenza del trigemino è un trattamento ideale per la nevralgia trigeminale associata a sclerosi multipla, ed è anche una valida opzione per coloro che preferiscono evitare la craniotomia o che hanno risentito del dolore dopo altri trattamenti. Durante la procedura di rizotomia con radiofrequenza, i rischi includono l’eccessiva e permanente anestesia del volto, l’incompleto controllo del dolore del trigemino e l’ematoma che si riassorbe nell’arco di pochi giorni o settimane. Tuttavia, le complicanze più gravi sono rare e la procedura può essere ripetuta se necessario.
Un’alternativa mininvasiva è descritta in dettaglio in questo articolo. Eseguibile solo con una lieve sedazione, minimizza i rischi ed i costi della classica procedura! Unico suo limite, la possibilità di trattare solo la seconda e terza branca del trigemino.