Mal di schiena, lombalgia, sciatica.


La lombalgia rappresenta la prima causa di disabilità in tutto il mondo e una delle malattie con il maggior impatto economico, sociale e personale. Si tratta di una patologia particolarmente complessa, il cui trattamento può solo essere fondato su una diagnosi precisa dell’origine del dolore.  

Il dolore basso alla schiena (lombalgia) può essere dovuto alla struttura ossea della colonna vertebrale, ai legamenti che si trovano intorno alle vertebre e ai dischi, al midollo spinale e ai nervi, agli organi interni dell’addome e del bacino, oppure alla cute che ricopre la regione lombare. Molto spesso il dolore ha più di una causa scatenante.  

Le cause più comuni del “mal di schiena” comprendono: 

Lo stiramento di legamenti, muscoli e tendini: 

è uno e dei motivi più frequenti del mal di schiena. Colpisce per lo più maschi sui 40 anni ed è associato spesso ad un movimento o un carico, ma può presentarsi in qualsiasi età e sesso anche senza ricordo di un evento traumatico. In questo caso il riposo aiuta a ridurre il dolore e a evitare un peggioramento della lesione. Possono essere utili l’applicazione di calore, i massaggi, i comuni antidolorifici.

Irritazione di nervi: 

I nervi della colonna lombare possono essere irritati da pressione meccanica da parte dell’osso o di altri tessuti normali o tumorali, in qualsiasi punto del loro tragitto: dalla loro emergenza alla colonna fino alla superficie della cute. Tra le altre cause, la compressione può essere dovuta a ernie e protrusioni dei dischi intervertebrali (radicolopatia), protrusioni di osso (osteofiti), infiammazione dei nervi dovuta a infezioni. 

Radicolopatia o “sciatica”:

La radicolopatia lombare è una irritazione delle radici dei nervi provocata dal danno a carico dei dischi intervertebrali, strutture che hanno la funzione di “cuscinetto” tra una vertebra e l’altra. Questo danno può essere provocato da una degenerazione dell’anello esterno che contiene il disco, da un trauma acuto o da entrambe le cause! Il risultato è che la porzione più morbida e interna del disco protrude (“protrusione discale“) o fuoriesce (“ernia“) comprimendo il midollo spinale o i nervi. Questa compressione è la causa della cosiddetta “sciatica“, un dolore che parte dalla schiena o dalla natica per scendere lungo la coscia ed estendersi anche oltre il ginocchio. A volte possono associarsi sensazioni di punture di spilli, scosse elettriche, crampi, bruciori, minore o esagerata sensibilità lungo la gamba o il piede. Spesso la “sciatica” è preceduta da una storia di mal di schiena che all’improvviso si complica con questo dolore che scende lungo la gamba. Solitamente il dolore incrementa con i movimenti della schiena, con il sollevamento della gamba, a volte anche con la tosse e lo starnuto. Nei casi più gravi la sciatica è accompagnata da incontinenza di urina o feci. La conferma della diagnosi di ernia del disco la si può avere solo con la TAC o la risonanza, ma questa non è indispensabile per l’inizio della terapia. Gli antidolorifici e l’infiltrazione di cortisonici nello spazio epidurale (“infiltrazione peridurale o epidurale”) sono le cure più efficaci. Importante è anche il riposo (non a letto ma inteso come avvitamento degli sforzi) e la fisioterapia. La sciatica anche se debilitante, non rappresenta un’urgenza chirurgica a meno che non sia presente la cosidetta “sindrome della cauda equina“, una compressione massiva delle radici nervose all’interno della colonna che porta a incontinenza di urine o feci e dolore intrattabile con altri mezzi. Le soluzioni chirurgiche comprendono la laminotomia, la laminectomia, la microdiscectomia, l’erniectomia endoscopica ed alcune tecniche meno invasive ma altrettanto efficaci in casi selezionati, eseguite anche da specialisti di Terapia Antalgica (tecniche con ago). Tra queste di particolare interesse è la nucleoplastica.

Compressione ossea:

Ogni condizione che provoca un movimento o crescita delle vertebre può limitare lo spazio (comprimere) il midollo spinale e i nervi adiacenti. Questo avviene nella stenosi dei forami (riduzione dei fori attraverso i quali passano i nervi uscendo dalla colonna vertebrale, solitamente dovuto ad artrosi), nella spondilolistesi (scivolamento di una vertebra rispetto all’adiacente), nei casi di canale stretto (restringimento del canale vertebrale dove passa il midollo spinale e i nervi). La compressione sui nervi dà la “sciatica”. Il canale stretto invece si manifesta con dolori alle gambe che peggiorano camminando e si alleviano riposando (simili ai dolori che danno i problemi di circolazione alle gambe, infatti si parla di “claudicatio neurogena”). Il trattamento di queste condizioni varia dal riposo e gli esercizi, alle infiltrazioni peridurali e fino all’intervento chirurgico che rimuove l’osso esuberante che comprime.

Alterazioni ossee e delle articolazioni:

queste alterazioni possono essere congenite (esistono dalla nascita), dovute all’usura (degenerative) o a trauma, oppure possono essere dovute a infiammazione delle articolazioni (artrosi – artrite). 

Alterazioni congenite: 

comprendono la scoliosi e la spina bifida. La scoliosi è una curvatura laterale della colonna che può essere dovuta ad una gamba più corta dell’altra (scoliosi funzionale) oppure ad una anomala architettura della colonna (scoliosi strutturale). Raramente si rende necessario il trattamento chirurgico. La spina bifida invece è un difetto della parte posteriore delle vertebre, che interessa in genere solo le ultime vertebre lombari e il sacro. Manca la parete posteriore delle vertebre. Questa anomalia può non portare ad alcun problema di salute, ma a volte è associata a gravissime anomalie dei nervi cha vanno agli arti inferiori (gambe). 

Alterazioni degenerative:

Con il passare degli anni, il contenuto di acqua e proteine delle cartilagini diminuisce. Questo le rende più sottili e fragili. Sia i dischi intervertebrali che le piccole articolazioni delle vertebre (“faccette articolari”) contengono cartilagine e questo le porta ad alterarsi invecchiando. Le alterazioni del disco predispongono alla sciatica ma anche al mal di schiena degli anziani. L‘artropatia degenerativa delle piccole articolazioni tra le vertebre (faccette articolari) è una frequente causa di dolore lombare. Spesso è bilaterale, con un dolore che può arrivare alle natiche o alle coscie ma con caratteristiche diverse dalla sciatica. Si parla in questo caso di “sindrome faccettaria“, un dolore prevalentemente localizzato alla schiena che incrementa stando in piedi e che si allevia con il riposo a letto. Inizia progressivamente, fino a rendere i movimenti nell’arco della giornata sempre più difficili e dolorosi. Colpisce quando il processo di artrosi è avanzato, in genere dopo i 55-60 anni. Spesso si associa ad una analoga patologia dell’articolazione che si trova fra l’osso sacro e il bacino, l’articolazione sacroiliaca (sacroileite). Tutti questi sintomi sono più intensi e più precoci in patologie come l’artrite reumatoide o altre patologie autoimmuni. Il trattamento delle faccette articolari e dell’articolazione sacroiliaca è simile: l’infiltrazione delle articolazioni con basse dosi di cortisonico (il cosiddetto “blocco antalgico della faccette e della sacroiliaca“) è il trattamento più efficace della patologia. Nel caso non fosse sufficiente a garantire un lungo beneficio si possono applicare altre metodi che bloccano il piccolo nervo che trasmette l’informazione colorosa dell’articolazione, come la radiofrequenza della branca mediale. Quando la sindrome faccettaria è ancora negli stadi iniziali, un lieve beneficio si può avere dall’applicazione intermittente di caldo, il riposo a letto, farmaci analgesici e massaggi per alleviare il dolore delle contratture muscolari che vi si associano.

Traumi di ossa e articolazioni: 

Le fratture (rotture di ossa) delle vertebre e dell’osso sacro colpiscono più frequentemente persone non più giovani, affette da osteoporosi. In questi soggetti anche il minimo carico sulla colonna vertebrale (come allacciarsi le scarpe) può portare a fratture con collasso della vertebra (il cosiddetto “crollo vertebrale” o “frattura somatica” o “frattura da compressione”). Questa porta ad un immediato importante dolore che incrementa per ogni minimo movimento e si allevia solo con l’assoluta immobilità. Questo dolore parte dalla colonna e si diffonde a barra sul dorso, raramente scende verso le gambe. Nei giovani le fratture delle vertebre avvengono per traumi importanti come incidenti automobilistici o durante le crisi convulsive degli episodi epilettici. Sia nei giovani che negli anziani, le fratture vertebrali necessitano di settimane di riposo a letto e di antidolorifici prima di guarire. Le fratture da compressione nell’osteoporosi possono anche essere trattate con una procedura chiamata vertebroplastica: un “palloncino” viene gonfiato all’interno della frattura cercando di ripristinare la normale altezza della vertebra che successivamente viene riempito da un “cemento” per rendere definitivo il trattamento. 

Artrite della colonna vertebrale:

le spondiloartropatie sono forme di infiammazione articolare che possono colpire la bassa colonna vertebrale (le “faccette articolari” e le articolazioni “sacroiliache”, tra osso sacro e bacino). Esempi di spondiloartropatie sono l’artrite reattiva (malattia di Reiter), la spondilite anchilosante, l’artrite psoriasica e l’artrite associata alla malattia infiammatoria dell’intestino (morbo di Crohn e rettocolite ulcerosa). Tutte queste malattie portano a dolore e ipomobilità della schiena che in genere è più marcata al mattino e migliora nel corso della giornata. Il trattamento prevede antinfiammatori e (quando il dolore peggiora) infiltrazione delle faccette articolari e delle articolazioni sacroliache . Vedi più in alto nella pagina per maggiori dettagli. I nuovi farmaci biologici si sono rivelati molto efficaci sia per controllare i sintomi che per rallentare la progressione di queste patologie.

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