Contenuti della pagina
La medicina si evolve sempre. Per il trattamento del dolore sacroiliaco applichiamo le linee guida della American Society of Pain, pubblicate nel maggio 2024, che trovate nel seguente collegamento.
Il dolore della bassa schiena nasce spesso nell’articolazione sacroiliaca. Si parla di “disfunzione sacroiliaca” o più banalmente di “dolore sacroiliaco”. Quest’articolazione rappresenta il punto di contatto fra l’osso sacro e l’Ileo, il confinante osso del bacino. Le due ossa, in blu e marrone nel disegno, sono tenute assieme da una serie di legamenti tra l’osso sacro, l’ileo e le ultime vertebre.
Le donne sono predisposte a questo dolore per motivi genetici. I legamenti che tengono unite le strutture ossee sono più lassi per motivi ormonali, permettendo così una maggior flessibilità del bacino durante l’eventuale gravidanza e parto. Queste ultime condizioni, così come i traumatismi, rappresentano ulteriori fattori d rischio per il dolore sacroiliaco.
Mentre negli uomini l’articolazione si consolida, si fissa naturalmente intorno ai 65 anni, nelle donne rimane spesso mobile. Al subentrare dell’artrosi le articolazioni mobili diventano dolenti. Fattori genetici nonché lo stile di vita può far nascere precocemente l’artrosi, o predisporre al dolore.
Quando sospettare un dolore sacroiliaco?
Sono tipici di questa patologia:
- dolore da carico, in particolare quando il paziente si alza da posizione seduta o dal letto
- diffusione del dolore nei glutei o anche nella parte posteriore della coscia, ma mai oltre il ginocchio
- assenza di componenti neuropatiche del dolore: mancano scosse, formicolii, punture di spilli o sensazioni elettriche come nella sciatalgia
- efficacia (anche se temporanea) degli antinfiammatori e dei cortisonici
Diagnosi della disfunzione sacroiliaca
Gli esami strumentali a nostra disposizione oggi non permettono una diagnosi di certezza. Risonanze, TC, radiografie, sono tutte fotografie che al massimo ci permettono di escludere patologie gravi.
Il mezzo diagnostico più curato oggi è l’infiltrazione ecoguidata dell’articolazione. Un’immediata riduzione del dolore del 75% permette una ragionevole certezza della diagnosi 1
Quali sono i trattamenti della sacroileite?
1. Infiltrazioni ecoguidate
Il primo approccio prevede l’infiltrazione sotto guida ecografica dell’articolazione. L’anestetico locale iniettato conferma la diagnosi: se il dolore si attenua, la sua fonte è l’articolazione infiltrata. Secondo la letteratura, la riduzione del 75% del dolore conferma la diagnosi. Contestualmente viene iniettato un cortisonico particolare, che agisce nei seguenti 5 giorni disinfiammando l’articolazione. Se l’antinfiammatorio funzione, l’infiltrazione può essere ripetuta fino a tre volte (con beneficio sempre più lungo).
2. Neurolisi con radiofrequenza
La radiofrequenza rappresenta il secondo grado di trattamento. Quando il cortisonico non funziona più o quando il suo benefico è limitato nel tempo (generalmente sotto i sei mesi), viene proposta la neurolisi o denervazione radiofrequenza.
Come si esegue la neurolisi con radiofrequenza?
Interrompendo l’innervazione dell’articolazione sacroiliaca si riesce ad apportare un beneficio sul dolore. Si eseguono di solito lesioni cosiddette “bipolari” su ogni articolazione. Sono chiamate così perché si crea una lesione tra un elettrodo di radiofrequenza e l’altro. 5-6 lesioni bipolari per lato sono in genere sufficienti per demolire i nervi che escono posteriormente dai tre forami sacrali. La denervazione si completa con la radiofrequenza sui nervi che scendono dalle ultime articolazioni della colonna lombare verso la parte più alta dell’articolazione sacroiliaca.
3. Artrodesi sacroiliaca
La neurolisi con radiofrequenza, come tutti i trattamenti in medicina, può essere anch’essa inefficace. I motivi possono essere svariati:
- con la radiofrequenza riusciamo a interrompere i nervi posteriori dell’osso sacro che trasportano il dolore. Seppur in quantità molto minore, piccoli nervi decorrono anche all’interno del bacino.
- non esistono esami che possano quantificare il grado di instabilità dell’articolazione
- il dolore può provenire anche da strutture non denervate dalla radiofrequenza
- dolore di strutture addominali riferito alle articolazioni Sacroiliache
Alcune di queste circostanze possono essere risolte dall’artodesi sacroiliaca. Si tratta di una breve procedura neurochirurgica, eseguita in genere in anestesia spinale (non generale). Il nostroreferente per tale intervento è il dott. Marco Mannino.