I cannabinoidi sono composti chimici presenti nella pianta della marijuana e sono stati studiati per il loro potenziale effetto analgesico nel trattamento del dolore cronico. La diffusione del dolore cronico è impressionante: secondo il centro per il controllo di malattie statunitense, uno su cinque americani soffrono di dolore cronico. Il costo complessivo, tra cure mediche e disabilità, solo negli USA ammonta a 560 miliardi di dollari all’anno.
Da più di 30 anni utilizzati all’estero, qualche anno fa sono stati autorizzati anche in Italia i cannabinoidi per il trattamento di alcuni tipi di dolore cronico. Le problematiche emerse negli USA a causa dell’enorme diffusione degli oppioidi, hanno imposto di rivalutare l’uso dei cannabinoidi. Sono di fatto meno dannosi, presentano meno rischi nel trattamento a lungo termine del dolore cronico. Sarebbe molto più comodo per me affermare il contrario, avendo rivestito per anni il ruolo di consulente esterno di case farmaceutiche produttrici di oppioidi.
Come funzionano i cannabinoidi
Ogni farmaco, ogni sostanza, per agire, deve trovare all’interno dell’organismo i recettori a cui legarsi. Esistono più di 60 cannabinoidi farmacologicamente attivi. Oggi si trovano con maggiore quantità nelle piante di marijuana il THC ed il CBD. Per uso ricreativo vengono utilizzate piante che hanno un maggior contenuto di THC (psicotropo) mentre in medicina si preferiscono mascelle di THC e CBD, per limitare gli effetti collaterali.
I principali recettori dei cannabinoidi son il CB1 ed il CB2. Il primo si trova nel sistema nervoso centrale e modula la trasmissione del dolore mentre i CB2 aiutano nel ridurre l’infiammazione.
I cannabinoidi nel dolore cronico
L’utilizzo medicale della marijuana rissale a 5000 anni fa; i cinesi trattavano con questa il dolore associato al parto, ai reumatismi, la malaria e persino la costipazione. Quando nel 1996 il suo utilizzo vene liberalizzato in California, sono stati eseguiti molti studi sulla loro efficacia nel dolore cronico. Uno studio in particole che comprendeva quasi 1000 pazienti, ha rilevato in 2/3 di loro un netto miglioramento del dolore. Il secondo più importante beneficio era sulla qualità del sonno. Erano comprese varie patologie croniche: dolore neuropatico, lombalgia, artrite, cefalee, dolore post-chirurgico e dolore addominale cronico. Un altro studio mostro una riduzione nel consumo degli oppioidi del 64%.
Tra i cannabinoidi più noti ci sono il tetraidrocannabinolo (THC) e il cannabidiolo (CBD).
- THC: È il principale composto psicoattivo della cannabis e può aiutare a ridurre il dolore attivando i recettori cannabinoidi nel sistema nervoso centrale. È stato utilizzato per trattare condizioni come la neuropatia e il dolore legato a malattie come il cancro. Il THC è responsabile degli effetti psicoattivi della marijuana, che comprendono euforia e psicosi.
- CBD: A differenza del THC, il CBD non ha effetti psicoattivi. Anzi, si pensa abbia azione anti-psicotica e ansiolitica. È stato studiato per le sue proprietà anti-infiammatorie e analgesiche, e può essere utile nel trattamento di dolore cronico, come quello legato all’artrite o alla fibromialgia.
- Sistemi endocannabinoidi: Il corpo umano ha un sistema endocannabinoide che regola diverse funzioni, compresi il dolore e l’infiammazione. I cannabinoidi possono interagire con questo sistema, contribuendo a modulare la percezione del dolore.
- Modalità di somministrazione: I cannabinoidi possono essere assunti in vari modi, tra cui fumi, oli, capsule o prodotti commestibili, a seconda delle preferenze e delle esigenze individuali. Solo alcuni preparati offrono le garanzie necessarie e poche sono ancora le farmacie che preparano questi farmaci galenici a “regola d’arte”.
È importante consultare un medico prima di iniziare un trattamento con cannabinoidi. Senza una corretta prescrizione medica che comprende diagnosi e dosi appropriate, l’utilizzo dei cannabinoidi è vietato per legge.
Tipi di dolore cronico trattabili
I cannabinoidi possono essere utili in diversi tipi di dolore cronico, tra cui:1
- Dolore neuropatico: causato da danni ai nervi, spesso difficile da trattare con i farmaci tradizionali. Vengono ampiamente utilizzati per le neuropatie periferiche, come la neuropatia diabetica.
- Dolore infiammatorio: come quello associato a malattie autoimmuni o artrite. Esempi sono l’artite reumatoide e quella psoriasica.
- Dolore oncologico: per alleviare il dolore legato a condizioni di cancro e ai trattamenti associati. Questo tipo di dolore rappresenta il loro primo utilizzo e la loro efficacia nel trattamento del dolore oncologico è orami ampiamente dimostrata. 2
- Fibromialgia: un disturbo caratterizzato da dolore muscoloscheletrico diffuso.3
- Sclerosi multipla ed altre malattie degenerative del sistema nervoso. 4
Meccanismo d’azione
I cannabinoidi agiscono principalmente legandosi ai recettori cannabinoidi (CB1 e CB2) presenti nel sistema nervoso centrale e nel sistema immunitario. Questo legame può:
- Ridurre la percezione del dolore.
- Inibire l’infiammazione.
- Modificare la risposta emotiva al dolore, contribuendo al benessere generale.
- Migliorare la qualità del sonno.
Effetti collaterali e considerazioni
Sebbene i cannabinoidi possano essere efficaci, possono anche presentare effetti collaterali, tra cui:
- Vertigini.
- Sedazione.
- Alterazioni dell’umore.
- Problemi di memoria a breve termine.
È fondamentale monitorare gli effetti e adattare il trattamento, se necessario. Alcuni di questi effetti collaterali svaniscono dopo 3 settimane di terapia. E’ sempre buona norma incrementare il dosaggio dei cannabinoidi assunti gradualmente.
Legalità e accesso
La legalità dei cannabinoidi varia da paese a paese e in alcuni luoghi anche da stato a stato. È importante informarsi sulla normativa locale riguardante l’uso medico della cannabis e i prodotti a base di cannabinoidi.
Per quanto riguarda l’Italia, l’utilizzo dei cannabinoidi per il dolore cronico è stato autorizzato qualche anno fa. La prescrivibilità è limitata a specifiche indicazioni, fornite dal Ministero della Salute. Lo stesso avviene per la maggior parte dei farmaci ed in particolare per quelli con effetti psicotropi (gli oppioidi per esempio).
Importante è sapere che manca tuttora un adeguamento del nostro Codice della Strada all’utilizzo dei cannabinoidi e degli oppioidi per fini di trattamento.
Consultazione medica
Prima di iniziare un trattamento con cannabinoidi, è essenziale consultare uno specialista nel dolore, per valutare le opzioni terapeutiche, le dosi e le modalità di somministrazione più appropriate per la propria situazione.
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